Maria si solleva a sedere, gli occhi sgranati e il viso pallido.
Il suo sguardo percorre a lungo la stanza, riempiendosi di confusione, il respiro che si fa affannato.
Infine, con voce roca, chiede di vedere la madre.
Solo che, nello stupore generale, la voce non è la sua.
E qui inizia il mistero.
Il 5 gennaio del 1939 Maria Talarico attraversa il Ponte di Siano, a Catanzaro.
È una 17enne come tante altre, una ragazza spensierata e solare.
Eppure quel giorno, a metà tragitto, accusa improvvisamente un malore.
Le gira la testa, si sente spaesata e così viene prontamente riaccompagnata a casa e messa a letto.
Sembra tutto abbastanza normale se non fosse che, una volta sveglia e circondata dalla famiglia, non chiede con voce maschile e profonda di vedere la propria madre.
Tutti si guardano perplessi, dapprima cercano di blandirla pensando sia solo confusa in seguito al malore e infine le chiedono chi sia la sua mamma, ottenendo un nome ben preciso: Caterina Veraldi.
E, Caterina Veraldi, esiste davvero.
Peccato che il suo unico figlio sia morto tre anni prima.
Il 13 febbraio del 1936 il 19enne Giuseppe Veraldi era stato infatti ritrovato morto ai piedi del Ponte Siani, un caso archiviato come suicidio.
Maria insiste nell'incontrare Caterina, con nonchalance inizia a fumare e bere, si reca in un locale a giocare a carte e, sedutasi con quattro ragazzi, chiede loro se vogliano avvelenarla ancora.
Ribadisce di chiamarsi Giuseppe e riferisce che quella notte di tre anni prima furono i suoi amici a ucciderlo, dapprima avvelenandolo, prendendolo poi a bastonate e trascinando il suo corpo martoriato ai piedi del ponte così da simulare un improponibile suicidio.
I particolari raccontati rendono veritiera la sua versione, Caterina scoppia a piangere riconoscendo in lei lo spirito dell'amato figlio, ma la prova definitiva sarà quando, condotta al suddetto ponte, si spoglierà lasciando i vestiti in punti ben precisi e posizionandosi nello stesso modo in cui il cadavere venne ritrovato.
Tutto sembrava coincidere.
Anche la polizia iniziò a coltivare dubbi sulla vicenda, seppur ormai poteva fare ben poco, e tutti in paese iniziarono a parlare della misteriosa possessione.
Eppure non è la sola stranezza che avvolge il luogo.
Il Ponte di Siani venne anni dopo sostituito dal Ponte Bisantis, detto anche Viadotto Morandi in quanto progettato dall'ingegnere Riccardo Morandi, inaugurato nel 1962.
Questo venne rapidamente soprannominato Ponte dei Suicidi, in quanto fin troppe persone si sono lanciate da esso per mettere fine alla propria vita, tanto da costringere le autorità a installare delle reti che limitassero i tragici gesti.
Capita spesso di imbattersi in qualcuno che, al centro del ponte, si sporge guardando il baratro oscuro, ma la vera stranezza è che buona parte di questi svanisce nel nulla pochi istanti dopo.
Questo lascia pensare che siano molte le anime dannate rimaste sul luogo, forse condannate a rivivere la loro disperazione in eterno.
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