Una figura femminile cammina al di sotto dei chiostri, il capo chino e le mani unite in preghiera.
Muove appena le labbra in un sussurro, parole incomprensibili che si rincorrono troppo rapide per essere colte da chi la incrocia.
Indossa una lunga veste che sembra appena sfiorare la fredda pietra e che richiama alla mente gli abiti medievali, attirando lo sguardo inesorabilmente.
Che sia parte di uno spettacolo teatrale?
Un uomo le si avvicina, cerca di scrutarla meglio, accorgendosi solo all'ultimo delle lacrime che solcano il viso della donna e che scendono inarrestabili rigandole le guance.
E lei solo in quel momento si ferma, interrompendo la sua passeggiata solitaria per sollevare lo sguardo, uno sguardo colmo di sofferenza.
Uno sguardo capace di uccidere.
Perché, l'uomo ancora non lo sa, ma ha appena firmato la sua condanna a morte.
La Basilica di Santa Chiara è uno degli edifici di culto più importanti di Napoli, oltre a essere il centro di numerose leggende.
Voluta da Roberto d'Angiò e dalla moglie Sancha d'Aragona, che ne commissionarono la costruzione nel 1310 all'architetto Gagliardo Primario, venne ufficialmente aperta vent'anni dopo.
Maestosa e solida essa si erge fiera, custodendo al suo interno segreti, misteri e...un insolito fantasma.
Tra le sue antiche mura pare infatti si possa avvistare una donna che, vestita con abiti d'epoca, cammina senza mai fermarsi, intenta a pregare con il viso rivolto fisso verso il basso.
Sembra indifferente a tutto ciò che la circonda ma, le rare volte in cui qualcuno desta la sua attenzione, sembra che il malcapitato di turno sia destinato a morire poco dopo.
Nessuno è mai sopravvissuto abbastanza da raccontare nei dettagli il terrificante incontro, lasciando dunque spazio alla fantasia degli abitanti, che negli anni hanno provato a darle un nome e un volto.
C'è chi dice che il fantasma sia Sancha, morta il 28 luglio 1345, le cui spoglie, dapprima tumulate all'interno del monastero di Santa Maria della Croce, vennero in seguito spostate nella Basilica, senza essere però mai ritrovate, cosa che spiegherebbe il suo eterno vagare.
C'è invece chi pensa che essa sia Giovanna d'Angiò, nipote di Roberto e Sancha ed erede designata.
Roberto infatti dispose, a dispetto delle consuetudini, che fosse proprio Giovanna a succedergli al trono, a patto che essa si sposasse.
Che fosse una donna a detenere il potere era un pensiero insopportabile ai più, soprattutto a quei parenti che ambivano invece a prenderne il posto, tra cui il novello marito Andrea.
Esso non accettava di stare sempre un passo indietro alla giovane moglie, cosa che lo spinse ad appoggiare diverse congiure contro di lei, che dal canto suo si vendicò facendolo uccidere.
In un susseguirsi di intrighi e colpi di mano Giovanna riuscì di fatto a mantenere salda la sua posizione fino al 1381, anno in cui venne deposta e imprigionata nella fortezza di Muro Lucano dal nipote Carlo di Durazzo, dove in seguito venne assassinata nel sonno dai sicari di lui.
Carlo infatti sperava che, così facendo, avrebbe risolto ogni possibile contestazione alla sua incoronazione.
Sepolta senza benedizione e senza alcun riguardo in una fossa improvvisata nei pressi della Basilica, sono in molti a dichiarare che sia proprio questo a spingerla a tornare in forma di spirito.
Che sia Sancha oppure Giovanna una cosa è certa: questa figura riesce ancora ad oggi a terrorizzare le persone e a mantenere un velo di fitto mistero su questo bellissimo luogo sacro.
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