Il 20 Luglio, ogni dieci anni esatti, una figura eterea appare tra le mura del Castello di Padernello, a Brescia.
La figura è quella di una giovinetta, dalla pelle alabastra e i lunghi riccioli che le ricadono come una morbida cascata sulla schiena, che cammina stringendo tra le dita sottili un libro dorato, guardando ciò che la circonda con un sorriso enigmatico.
In quel libro sono racchiusi tutti i suoi segreti, le risposte che si è portata fin dentro la tomba.
Ma chi è?
Essa non è altri che Biancamaria Martinengo, figlia di Caterina Colleoni e di Gaspare Martinengo, nipote dunque del celebre condottiero Bartolomeo Colleoni.
Biancamaria era una ragazzina di appena tredici anni, tanto bella quanto delicata e cagionevole di salute, motivo per cui aveva trascorso l’intera esistenza ritirata nelle sue stanze, con la sola compagnia dei libri.
Non che le dispiacesse, aveva infatti un’animo sensibile e quieto che mal si accostava a quel mondo fatto di guerre e di violenze, di ambizioni e di intrighi.
Lei, amante della natura e del silenzio, soffriva di tutto il male che intravedeva attorno a sé.
Proprio a questo pensava quando, una calda notte estiva del 1480, uscì sulla cima del castello, affacciandosi sui merli.
Con il grazioso naso all’insù si perse a contare le numerose stelle che punteggiavano il cielo scuro, riflettendo su come l’animo umano fosse in perenne conflitto, incapace di godere di ciò che di bello si ha, finché il suo sguardo non si soffermò su quello che le appariva come un miracolo: le stelle erano scese dal cielo, volteggiandole intorno.
Le fievoli luci danzavano nell’aria, riflettendosi sull’acqua sottostante le mura,
invitandola a unirsi a loro.
E Biancamaria accettò, buttandosi nel vuoto.
Da allora sembra che il suo spirito non abbia mai lasciato il castello, tornando in quella data a cercar le stelle.
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